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Si può riassumere molto brevemente. 

Chi vuole la guerra fornisce armi. Chi vuole la pace invia diplomatici.

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Di Luca Boccia 

Per la prima volta, Pechino prende una posizione esplicita. Il ministero degli Esteri cinese ha diffuso il documento con le proposte per mettere fine alla guerra in Ucraina. Ma nel tentativo di accontentare tutti restano suggerimenti generici

A un anno esatto dall’invasione russa, per la prima volta la Cina prende una posizione esplicita sulla guerra in Ucraina.

Lo fa dopo essere stata più volte chiamata in causa dai due fronti opposti, in un muro contro muro che non ammette spazi negoziali. Lo fa pubblicando un documento in 12 punti che invece mette al centro il dialogo come unica via d’uscita dalla crisi. E che il ministero degli Esteri cinese rende noto al termine di una lunga e complessa missione del suo massimo diplomatico, il capo della commissione Affari Esteri del Partito Comunista Wang Yi.

Un piano ambizioso nelle intenzioni e forte del peso politico di cui gode in questa fase Pechino – e che tuttavia nella riproposizione generica di posizioni già note sembra deludere le aspettative, rischiando di incontrare lo scetticismo incrociato delle due parti in guerra e dei loro alleati. 

Il punto di partenza è infatti la richiesta di un cessate il fuoco e l’avvio di negoziati tra Russia e Ucraina.
Per dare peso a questa proposta, Pechino tenta di consolidare per sé stessa un ruolo di terzietà: disegnando un quadro politico che accoglie alcune delle domande di entrambi i fronti – del resto, proprio ieri la Cina si è astenuta nel voto all’Assemblea dell’Onu sulla risoluzione che condanna l’invasione russa. Per esempio: la fine delle sanzioni occidentali, che va incontro alle posizioni di Mosca; e il rispetto della sovranità territoriale di ciascun Paese, che invece è fondamento della richiesta di Kiev sul ritiro completo delle truppe russe.

I 12 punti del documento:

1. Rispettare la sovranità di ogni Paese
“L’indipendenza e l’integrità territoriale vanno strettamente preservate in base al diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite”.
Questo punto sembra venire incontro alla richiesta di Kiev che Mosca rispetti i confini nazionali ucraini e quindi ritiri le proprie truppe; ma di fatto quel che manca tra le due parti è proprio un’intesa su quali debbano essere considerati i “confini nazionali”: la Crimea è russa o ucraina?

2. Abbandonare la mentalità da Guerra Fredda
“La sicurezza di un Paese non può essere ottenuta a spese degli altri Paesi; la sicurezza di una regione non può essere ottenuta rinforzando o espandendo alleanze militari; non ci sono soluzioni semplici a un problema complesso: tutte le parti dovrebbero lavorare a una architettura di sicurezza europea che sia bilanciata, effettiva e sostenibile”.
Il punto sembra stigmatizzare l’invasione russa ma ancor di più l’espansione della Nato, una delle ragioni con cui Mosca ha motivato la scelta di aprire le ostilità.

3. Cessare le ostilità
“Guerra e conflitto non beneficiano nessuno: tutte le parti devono rimanere razionali, evitare che la crisi vada fuori controllo ed aiutare Russia e Ucraina a riprendere il dialogo diretto al più presto possibile per arrivare a una tregua”.
Con questo punto si chiama la comunità internazionale a promuovere il dialogo diretto di Mosca e Kiev in vista di un cessate il fuoco: esattamente quello che fin qui la comunità internazionale non è stata in grado di fare.

4. Riprendere i negoziati di pace
“Dialogo e negoziati sono l’unica possibile soluzione alla crisi; la comunità internazionale dovrebbe aiutare le parti in conflitto a raggiungere un accordo politico”.
Il quarto punto amplia il precedente, chiedendo il dialogo non solo per una tregua immediata ma in vista di una soluzione politica più generale.

5. Risolvere la crisi umanitaria
“Le missioni umanitarie devono seguire i principi di neutralità e imparzialità; la sicurezza dei civili deve essere protetta anche tramite corridoi per l’evacuazione dalle zone di conflitto e operazioni di assistenza che dovrebbero essere coordinate dall’Onu”.

6. Proteggere i civili e i prigionieri di guerra
“Le parti dovrebbero attenersi strettamente alle regole internazionali e rispettare i diritti dei prigionieri di guerra; la Cina favorisce e incoraggia gli scambi dei militari catturati”.

7. Mantenere in sicurezza gli impianti nucleari
“Bisogna evitare attacchi armati contro le centrali atomiche o altre installazioni nucleari per evitare incidenti”.

8. Ridurre i rischi strategici
“Le armi atomiche non devono mai essere usate e le guerre nucleari non devono essere combattute, così come va evitata anche la sola minaccia di usare queste armi e quelle chimiche e batteriologiche in ogni circostanza”.

9. Facilitare le esportazioni di cereali
“Le parti devono implementare appieno l’accordo sulle esportazioni di grano firmato da Russia, Ucraina, Turchia e Onu per evitare una crisi alimentare mondiale”.

10. Fermare le sanzioni unilaterali
“La Cina si oppone a sanzioni economiche che non siano autorizzate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu”.
Il riferimento è evidentemente alle sanzioni adottate contro la Russia dai Paesi occidentali – Stati Uniti ed Unione Europea in primis.

11. Stabilizzare la produzione industriale e le catene di distribuzione
“Tutti dovrebbero evitare di usare l’economia globale come arma o strumento a scopi politici; servono sforzi congiunti per mitigare l’impatto della crisi su energia, finanza, commercio e trasporti”.

12. Promuovere la ricostruzione post-bellica
“La comunità internazionale deve prendere misure per aiutare la ricostruzione nelle zone di guerra; la Cina è pronta ad assicurare assistenza e svolgere un ruolo attivo in questo campo”.

FONTE https://www.rainews.it/articoli/2023/02/dialogo-unica-via-duscita-dalla-guerra-i-12-punti-del-piano-di-pace-cinese-a183e99b-6d87-4802-a7b8-f48a169471d3.html

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