La cooperazione e il finanziamento di progetti tra università e industria bellica stanno penetrando sempre più nei gangli delle nostre università. Si pensi, ad esempio, al progetto del Polo Aerospaziale di Torino, che coinvolge sia il Regno Unito che il Politecnico. Ma anche programmi di investimento più ampi nella ricerca sulla difesa o sul doppio uso civile/militare stanno portando a investimenti nelle scuole e nelle università di tutto il Paese.
I progetti delle università sono di solito condotti in modo occulto, in modo da non essere riconoscibili come ricerche militari. Ciò può riguardare, ad esempio, le misurazioni atmosferiche, gli studi sugli insetti, lo sviluppo o l’impatto dei vaccini e molto altro ancora.
La scelta di questi esempi è dovuta ai temi trattati in questa sede e quindi ai contesti facilmente intuibili.
La rete di interessi militari è ampiamente ramificata.
Gli studi parziali sono indispensabili e solitamente non vengono considerati dai ricercatori nel loro contesto complessivo. Per esempio, chi potrebbe sospettare interessi militari nell’esaminare lo studio sulla resistenza alla corrosione delle valvole a sostanze e prodotti chimici!? Tuttavia, potrebbe e può avere usi diversi, non è vero?
Il seguente invito riguarda le cooperazione concretamente riconoscibili dell’università con il settore militare. Molti fatti non vengono più tenuti segreti. L’appello riguarda il Regno Unito, ma è destinato ad essere ampliato. Lo scopo principale della petizione è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su questa realtà.
PICCOLA NOTA: A parte l’aspetto etico-morale, che subordina così le Università del Libero Pensiero al complesso militare, non va dimenticato che i progetti militari sono solitamente protetti dal segreto di Stato.
Il fatto che ciò si applichi ora anche ai cosiddetti vaccini mRNA evidenzia gli stretti legami tra il complesso militare e quello farmaceutico – e altro ancora.
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Agisci: Dite alle università di smettere di investire nelle armi!
Sapevate che solo nel Regno Unito le università hanno rapporti di collaborazione con le aziende produttrici di armi per un valore di oltre 1,3 miliardi di dollari? Stiamo collaborando con Demilitarise Education (dED) a una nuova campagna per fare pressione a livello internazionale sulle università britanniche affinché disinvestano dalle armi, con l’obiettivo di ispirare altri Paesi a fare lo stesso. Unitevi a noi nel sostegno e firmate la petizione qui!
La smilitarizzazione delle università britanniche potrebbe avere un effetto a catena globale sull’industria delle armi. Il Regno Unito è il secondo più grande esportatore di armi, compreso il secondo più grande esportatore verso l’Arabia Saudita. Questo nonostante le prove di crimini di guerra sauditi commessi con armi britanniche, come BAE Systems e Rolls-Royce, che hanno entrambi finanziato decine di milioni di dollari nella ricerca universitaria britannica. Inoltre, il Regno Unito si oppone fermamente a un divieto internazionale sui sistemi di armi autonome letali o “ killer robots”, il che non sorprende visti i massicci investimenti che le aziende produttrici di armi stanno riversando nella ricerca universitaria nel Regno Unito per questi sistemi di armamento.
Le collaborazioni delle università con il commercio di armi mettono a rischio anche la loro potenziale posizione di decisori dell’agenda per rispondere all’emergenza climatica. Le forze armate del Regno Unito e le sue aziende produttrici di armi producono 6,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, più emissioni di 60 paesi!
Il punto è che le università hanno un potere innegabile nel plasmare la società. Invece di trarre profitto dallo sfruttamento delle risorse, dai conflitti e dall’accumulo di scorte di armi, le università possono dare forma a una nuova concezione dell’istruzione superiore che sostenga partenariati etici e sostenibili per risolvere le sfide del mondo reale, come il cambiamento climatico e la povertà. Aiutateci a inviare un messaggio alle università del Regno Unito, esortandole a disinvestire dall’industria delle armi, a porre fine alle partnership di ricerca con le aziende produttrici di armi e a investire nell’innovazione pacifica e sostenibile!
Il complesso militare-industriale ha portato le nostre università a essere invase dagli interessi del commercio di armi, e gli studenti ne hanno abbastanza. Ecco perché stiamo collaborando con Demilitarise Education (dED) per richiamare l’attenzione internazionale sulla complicità delle università britanniche con il commercio di armi e per esercitare una pressione globale su queste università affinché disinvestano.
Smilitarizziamo e trasformiamo l’istruzione: Firma e condividi la petizione qui!
Per un mondo oltre la guerra,
Greta Zarro Direttore organizzativo
Mondo oltre la guerra greta@worldbeyondwar.org
P.S. Vuoi avviare una campagna di disinvestimento dalla tua università? Rispondi a questa e-mail per metterti in contatto con World BEYOND War (WBW) e Demilitarise Education (dED).
https://worldbeyondwar.org/italiano/
Traduzione a cura di Nogeoingneria
L’università italiana va alla guerra
L’agenda della politica estera e di difesa è sempre più condizionata dalle holding dell’energia e dei sistemi d’arma mentre si afferma il modello-sistema militare, industriale, finanziario, accademico e della ricerca. Militarizzazione della società e dell’economia e militarizzazione dell’università e della didattica, processi paralleli che si autoalimentano, comprimendo sempre più gli spazi di partecipazione e agibilità democratica. Alla Cultura della Pace e della promozione di diritti e libertà, governi, forze politiche e vertici delle forze armate contrappongono la Cultura della Difesa e della Sicurezza…
VEDI QUI https://www.osservatoriorepressione.info/luniversita-italiana-va-alla-guerra/
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